- 24/09/2021
- Economia e marketing
L'export nazionale di beni corre e recupera: 482 miliardi di euro nel 2021 in crescita dell’11,3% rispetto al 2020; +5,4% nel 2022 e +4% in media nel biennio successivo per raggiungere così nel 2024 quota 550 miliardi di euro. E’ quanto emerge dal Rapporto Export 2021 dell’Ufficio Studi di SACE, dal titolo significativo “Ritorno al futuro: anatomia di una ripresa post-pandemica”. Il Rapporto, giunto alla sua XV edizione, presentato online su piattaforma SKY, ha visto la presenza dei principali stakeholders istituzionali e del mondo delle imprese, tra i quali, Daniele Franco, Ministro dell’Economia e delle Finanze, Luigi Di Maio, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Barbara Beltrame, Vice Presidente per l’Internazionalizzazione Confindustria, Francesco Starace, Amministratore Delegato Enel, Maria Bianca Farina, Presidente Poste Italiane e Presidente ANIA e Federico Ghella, Vice Presidente Ghella e Presidente comitato lavori all’estero ANCE. Per SACE sono intervenuti l’Amministratore Delegato Pierfrancesco Latini e il Chief Economist Alessandro Terzulli che ha evidenziato come l’export italiano sia tornato a crescere dopo l’interruzione della crisi pandemica.
Made in Italy: nel 2021 export a livelli più alti di quelli pre-pandemia
Il 2021 si conferma quindi come un anno di transizione caratterizzato da un forte rimbalzo dell’economia globale che, anche se con velocità variabili nei diversi mercati di destinazione, trainerà le vendite del Made in Italy portandolo a livelli più alti di quelli pre-pandemia.
Questa considerevole performance sarà raggiunta anche grazie agli ingenti programmi di ripresa, come il Next Generation EU in Ue e il piano infrastrutturale negli Usa, che genereranno una domanda aggiuntiva.
SACE stima infatti una crescita dell’11,3% delle esportazioni italiane di beni in valore, mentre per l’export italiano di servizi, maggiormente colpito dalle misure restrittive legate alla pandemia con impatto negativo soprattutto sul turismo, è atteso un recupero solo parziale nel 2021 (+5,1%). La vera e propria ripresa avverrà nel 2022 quando l’export di servizi tornerà ai livelli del 2019, grazie a un incremento del 35,1%. La crescita proseguirà anche nel biennio successivo a un ritmo medio del 5%, toccando i 120 miliardi di euro.
Le Olimpiadi dell’export: tendenze e destinazioni
Nell’anno delle Olimpiadi, il Rapporto Export 2021 di SACE ha classificato le principali destinazioni del Made in Italy sotto forma di medagliere assegnando la medaglia d’oro ai Paesi dove il nostro export ha recuperato prontamente e rimarrà dinamico negli anni successivi, l’argento a quelli dove tornerà sui livelli pre-crisi già quest’anno, ma procederà poi a ritmi più contenuti, per chiudere con il bronzo ai Paesi che nel 2021 non avranno ancora recuperato i valori pre-crisi.
La medaglia d’oro è stata assegnata a Germania, USA, Cina, Corea del Sud, Giappone, Russia, Polonia ed Emirati Arabi Uniti.
La medaglia d’argento dell’export va ai Paesi che, secondo le previsioni SACE, torneranno sui livelli pre-crisi nel 2021, proseguendo poi a ritmi più contenuti: sono la Francia, i Paesi Bassi, il Brasile, l'Arabia Saudita, la Malesia, il Cile, il Marocco e il Senegal.
In testa tra i Paesi con la medaglia di bronzo troviamo il Regno Unito, i cui effetti derivanti dall’uscita dall’Ue non permetteranno di recuperare i livelli pre-crisi prima del 2023. A seguire il Perù, il Messico, il Sudafrica e la Thailandia.
Due scenari di previsione alternativi
Per quanto riguarda le previsioni, l’Ufficio Studi di SACE ha elaborato due scenari di previsione alternativi rispetto allo scenario base: il primo ipotizza uno shock positivo sulla fiducia mondiale, favorendo una ripresa più robusta; l’altro peggiorativo in relazione all’efficacia dei vaccini e alla comparsa di nuove varianti del Covid-19 con maggiore capacità di trasmissione.
Il primo ipotizza la crescita economica globale più intensa sia nel 2021 che nel 2022, anche se l’accelerazione proseguirebbe nel biennio successivo a ritmi minori e in linea con le previsioni dello scenario base.
Nel secondo scenario la ripresa dell’economia globale rallenterebbe inevitabilmente con un ritorno alle misure restrittive di contenimento del contagio e un deterioramento della fiducia di imprese e famiglie. Questo scenario prevede una crescita iniziale più ridotta seguita da un calo marcato rispetto al modello base.
Le potenzialità del PNRR e i benefici per le imprese italiane
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è un’occasione unica per la ripresa post-Covid e lo sviluppo del nostro Paese. Per questo il Rapporto Export di SACE si arricchisce quest’anno della stima degli impatti economici di una piena realizzazione delle riforme strutturali annunciate e del loro mantenimento in un orizzonte di medio periodo.
L’intensità della crescita del PIL italiano sarebbe più marcata lungo l’orizzonte di previsione, soprattutto nell’ultimo triennio; nel 2025 l’output nazionale aumenterebbe del 2,7% rispetto al modello base, a seguito della spinta degli investimenti e delle riforme. Inoltre, le riforme strutturali del PNRR incrementerebbero anche la competitività delle imprese italiane attive sui mercati esteri: il livello delle esportazioni di beni, in valore, nel 2025 aumenterebbe infatti del 3,5% rispetto a quanto previsto nello scenario base.