Pelma, azienda leader nella produzione di poliuretano espanso flessibile, ha la sua sede a Bassano Bresciano, in provincia di Brescia, zona particolarmente coinvolta dagli effetti del Covid-19.
Marco Pelucchi, Amministratore Delegato di Pelma, racconta come ha affrontato questo periodo di emergenza, ma guarda già al futuro con un occhio attento alle tematiche che saranno fondamentali domani non solo per il settore dell'imbottito, ma anche per tutte le attività produttive: la Circular Economy e il “fine vita” dei prodotti.
Da una situazione di crisi possono nascere nuove opportunità. Ci saranno cambiamenti nella vostra realtà imprenditoriale e se sì, quali?
“La pandemia di Covid-19 ha purtroppo profondamente toccato la nostra regione e, in particolare, la nostra provincia di Brescia. Durante le prime settimane di emergenza eravamo in grande difficoltà: da una parte la necessità di sospendere l’attività per evitare il rischio di contagio e il successivo sovraffollamento negli ospedali della zona e, dall’altra, la consapevolezza di non potersi fermare in modo da garantire la prosecuzione del lavoro e il mantenimento della filiera produttiva. Sono state settimane molto pesanti. In questo periodo stiamo vedendo che tutto si muove in maniera molto frenetica e brusca. Il mercato è molto più imprevedibile di quanto non lo fosse prima e questo ci ha costretti ad essere ancora più flessibili e rapidi per soddisfare le esigenze dei clienti. Sicuramente dovremo organizzarci in modo da essere sempre più pronti a reagire a situazioni di instabilità e a governare richieste improvvise”.
In questo periodo è emersa con maggior forza l'importanza del web. Pensate di utilizzare maggiormente questi mezzi anche dopo l'emergenza?
“Oltre che uno dei principali mezzi di comunicazione, internet è diventato uno strumento decisivo per molte attività lavorative. Oggi le informazioni viaggiano molto più facilmente e molto più velocemente che in passato; siamo consapevoli che dobbiamo dare la migliore percezione possibile di chi siamo, del lavoro che svolgiamo, di come lo facciamo, dei prodotti e dei servizi che possiamo offrire. Dobbiamo riuscire a comunicare le nostre peculiarità in modo da non essere valutati esclusivamente in funzione del prezzo. Per questi motivi, oltre ai siti web, abbiamo aperto il profilo Instagram che viene aggiornato settimanalmente e abbiamo attivato anche il nostro canale YouTube”.
Oltre alla qualità del prodotto e all'innovazione tecnologica, su quali altri elementi pensate di puntare per il potenziamento della vostra immagine sui mercati nazionali ed esteri (qualità del lavoro, sostenibilità, ambiente, solidarietà)?
“Da un lato continueremo ad avere una forte relazione con fornitori selezionati di materie prime e di additivi, con produttori di impianti e macchinari in modo che il mercato ci possa percepire come un partner affidabile e, dall’altro, dobbiamo affrontare il concetto della Circular Economy e del “fine vita” dei prodotti.
Nell’ottica di rendere sempre più incisivi i processi industriali volti al recupero ed alla successiva valorizzazione dei poliuretani espansi a “fine vita”, occorre che l’intera filiera, che nasce dalla progettazione e arriva sino alla produzione di manufatti in poliuretano espanso flessibile, adotti nuove strategie basate su concetti di ecocompatibilità.
In primo luogo, è fondamentale che, a livello di ideazione di un nuovo manufatto in poliuretano, si pensi non solamente alle soluzioni estetiche e funzionali, ma si consideri anche la questione del “fine vita” come ad un fattore centrale del processo industriale.
Questo implica, nel caso specifico dei prodotti a base poliuretanica, l’attenzione a tutte le fasi che coinvolgono la costruzione del prodotto finale, con l’obbiettivo che ciascun componente sia progettato e prodotto per essere agevolmente separato a conclusione del percorso di vita del prodotto”.