Nel 2020 la pandemia di Covid-19 e le connesse misure di contenimento hanno avuto un impatto senza precedenti sull'economia mondiale e sui diversi settori industriali. CSIL, Centro Studi Industria Leggera, che ha monitorato costantemente gli effetti dell'epidemia sul mercato internazionale dell'arredamento, ha appena pubblicato, come ogni anno, le previsioni per l'Italia e per il mondo nelle seguenti ricerche: il “Rapporto di previsione sul settore dell'arredamento in Italia 2021-2023” (lingua italiana, prezzo di listino EUR 1000 + IVA), che analizza gli scenari futuri del mercato del mobile in Italia e le prospettive per le aziende italiane sui mercati esteri; il “World Furniture Outlook 2021” (lingua inglese, prezzo di listino EUR 2000 + IVA) che fornisce dati storici di produzione, consumo, importazioni ed esportazioni di mobili e include previsioni di consumo 2021-2022 per 100 paesi.
Pubblichiamo qui una breve sintesi del “Rapporto di previsione sul settore dell'arredamento in Italia 2021-2023”.
Il quadro macroeconomico nel triennio 2021-2023
Nel 2020 l’economia mondiale registra uno shock dovuto allo scoppio della pandemia da Covid-19. L’emergenza sanitaria e le connesse misure di contenimento hanno generato una recessione globale, senza precedenti storici per ampiezza e diffusione rispetto alla quale gli scenari di ripresa sono molto incerti. Si prevede una riduzione in termini reali del PIL mondiale del 4,4% con andamenti eterogenei tra i Paesi: i mercati emergenti dovrebbero sperimentare una performance meno negativa di quella dei paesi avanzati.
Tra le economie ad alto reddito si stima che, in generale, l’effetto complessivo della pandemia negli Stati Uniti sia stato minore che in Europa, nonostante il notevole numero di contagi. Lo stimolo fiscale e monetario ha fortemente supportato la domanda, che ha visto anche una ricomposizione della spesa delle famiglie.
In Europa, la pandemia ha avuto impatti economici differenti nei diversi Paesi, e anche le prospettive di ripresa variano notevolmente a seconda del grado di diffusione del virus, del rigore delle misure di sanità pubblica adottate per contenerlo, della composizione settoriale delle economie nazionali e dell'intensità delle risposte politiche nazionali.
La Cina, grazie alla crescita dell’industria, sarà l’unica tra le grandi economie a chiudere l’anno con il segno positivo seppure a un tasso molto inferiore rispetto alle attese pre-Covid.
Le prospettive economiche sono invece peggiorate notevolmente in India, ancora impegnata a cercare di tenere sotto controllo la pandemia e che dunque sperimenterà una tra le peggiori recessioni. Anche in molti altri mercati emergenti, le prospettive continuano a rimanere precarie. Per il commercio mondiale di manufatti, che già aveva dato segnali di rallentamento nel 2019 a causa delle tensioni commerciali, si prospetta una chiusura d’anno con una flessione di oltre l’8%.
Lo scenario globale mostrerà un rimbalzo nel 2021 e la crescita proseguirà anche nel biennio successivo. La crescita sarà dunque generalizzata a tutte le principali economie dagli Usa alla Cina ai paesi dell’Unione Europea, ma tali scenari sono soggetti a un grado eccezionalmente elevato di incertezza.
La pandemia potrebbe anche rivelarsi un acceleratore di processi di delocalizzazione di ritorno, contribuendo ad accrescere progressivamente il ruolo del mercato interno nei vari Paesi e nelle macro-aree di prossimità. Permangono tuttora diversi fattori di rischio, non solo strettamente legati all’evoluzione della pandemia e ai progressi nei vaccini e nelle cure, ma anche alla resilienza dei sistemi economici e a ulteriori fattori di incertezza geo-economica (ad es. tensioni USA-Cina, Brexit…).
Scenario economico in Italia nel triennio 2020-2023
Il Rapporto di previsione Csil fornisce un breve inquadramento generale sull’economia italiana per il triennio 2020-2023. Per l’Italia i dati confermano che nel 2020 il PIL reale italiano scenderà di circa il 10%. La spesa delle famiglie è prevista in flessione di oltre il 10% nel 2020, come pure gli investimenti in macchinari, attrezzature e nelle costruzioni.
Nel 2021, un sostanziale effetto di rimbalzo dovrebbe sostenere la crescita dell’attività economica prevista al 4% sebbene indebolita dalla seconda ondata della pandemia e dalle conseguenti misure di contenimento. A fronte di consumi in ripresa, ma su ritmi insufficienti a riportare la spesa delle famiglie sui livelli pre-Covid, dato il deterioramento dei redditi e della ricchezza e l’atteggiamento cauto dei consumatori, saranno gli investimenti a rappresentare il principale volano di ripresa. Questi saranno inoltre favoriti dall’arrivo dei fondi europei focalizzati su transizione green, innovazione, digitalizzazione e automazione per accelerare i processi di trasformazione già in atto.
Il settore del mobile in Italia nel 2020
Il settore del mobile non fa eccezione nel panorama manifatturiero italiano e mostra gli effetti dirompenti delle misure di contenimento della crisi dovuta al Covid-19 sia dal lato della domanda che dell’offerta. Nel 2020, le vendite sui mercati esteri hanno segnato un crollo (-18% in termini reali), in linea con la caduta del commercio mondiale e anche la domanda interna si è contratta considerevolmente (-23% in termini reali). Nel primo semestre del 2020 si è registrato infatti, un forte calo delle vendite sul mercato interno e sui mercati esteri con una caduta del fatturato totale del settore del mobile e dei volumi prodotti. Nel terzo trimestre però, con la riapertura e la ripresa delle attività successiva ai mesi del lockdown, i dati congiunturali hanno confermato un rimbalzo superiore alle attese. Tale rimbalzo è anche il frutto di un rinnovato interesse per la casa dovuto al lungo periodo di lockdown e alla necessità di integrare lo spazio abitativo con lo spazio di studio e di lavoro (smart working). Ciò ha rappresentato un elemento importante di spinta all’acquisto di mobili, anche se oltre due mesi di inattività non possono essere compensati dal buon andamento di un trimestre. A ciò vanno ad aggiungersi la seconda ondata dei contagi nell’autunno/inverno 2020 e le conseguenti nuove misure restrittive che hanno causato un nuovo peggioramento della fiducia di imprese e famiglie. Tali elementi disegnano uno scenario economico che si fa più incerto e gettano ombre sulla solidità di ripresa dei principali sbocchi internazionali e del mercato interno. La produzione del settore del mobile è stimata quindi chiudere l’anno con una contrazione pari a poco più del -20% in termini reali.
Previsioni per il settore del mobile in Italia 2021-2023
Il 2021 sarà un anno carico di incertezze nel quale una domanda potenziale estera in crescita potrà sostenere nuovamente le esportazioni italiane (poco meno del 3% in termini reali) e anche il mercato interno riprenderà a crescere (+2.9% in termini reali) ma permarranno elementi di debolezza, derivanti molto probabilmente dalla persistenza delle misure di contenimento della pandemia anche nella prima parte del 2021. La Legge di Bilancio per il 2021 prevede la conferma del Bonus mobili con le stesse modalità e una spinta positiva giungerà anche dagli investimenti residenziali, oltre che dagli incentivi attivati nel 2020 con il Superbonus al 110%. Il valore della produzione in termini reali aumenterà quindi del 3% a prezzi costanti. Si stima che i consumi di mobili si rafforzeranno nel corso del biennio successivo a un tasso medio annuo del 4.7%, trainati dalla ripresa degli interventi di riqualificazione edilizia e dalla maggior attenzione per l’ambiente domestico, diventato anche luogo di lavoro e di studio. Un buon uso dei fondi del Next Generation EU dovrebbe fornire un ulteriore forte impulso agli investimenti pubblici e privati. Allo stato attuale però, si ritiene che la ripresa del settore del mobile avverrà a ritmi insufficienti a consentire il recupero totale nel 2021-22 di quanto perso nel 2020, dato il deterioramento di redditi e ricchezza e l’atteggiamento prudente dei consumatori che si protrarrà nel medio periodo. Si ritiene probabile, dunque, che si debba attendere il 2023 per avvicinarsi ai livelli precedenti la pandemia.