Negli ultimi mesi si è riscontrato l'aumento di alcune materie prime come legname (+35%), metalli (+50%), poliuretano (+ 45%), pellame (+15%), tessuto (+10%) e plastica (+6%) dovuto probabilmente agli squilibri provocati dalla pandemia sullo scenario economico mondiale.
Aumenti drastici si sono verificati anche sui prezzi delle materie prime forestali destinate al mercato delle costruzioni: il legname da opera è aumentato del 60-70% rispetto alle contrattazioni commerciali di settembre 2020.
Questi i dati illustrati da Assolegno, l'associazione nazionale delle industrie di prima lavorazione e costruttori in legno, nel corso della webconference su “Caro materiali e approvvigionamenti: visione di mercato” che ha visto la partecipazione di moltissimi soggetti tra imprese e professionisti.
Una gestione programmata del nostro patrimonio boschivo
Il patrimonio forestale italiano in 70 anni è triplicato, ma le importazioni di materia prima sono l'80%. “Affrontare in maniera costruttiva e propositiva il caro prezzi – ha spiegato Angelo Luigi Marchetti, presidente di Assolegno, associazione che fa parte di FederlegnoArredo - è il nostro obiettivo”.
La soluzione al caro prezzi può arrivare proprio dal legno stesso, o meglio da una gestione programmata del nostro patrimonio boschivo, dalla valorizzazione del bosco nazionale. Grazie alla sua gestione, basata su un’interazione tra pubblico e privato, si potrebbero diminuire le importazioni di legname di quasi la metà.
“Va creato un cluster nazionale per la gestione e valorizzazione delle risorse boschive locali - conclude Marchetti - che sarebbero in grado di dirottare sui territori marginali, prealpini e appenninici, circa 600 milioni di euro di interventi privati che, a loro volta, genererebbero economie di scala, creando posti di lavoro e salvaguardando il bosco, a vantaggio di aziende e territorio”.
Sinergie e strategie di collaborazione per la filiera legno-arredo
Alessandro Calcaterra, presidente di Fedecomlegno, l’associazione nazionali degli importatori, commercianti ed agenti di materia prima legno di FederlegnoArredo, nel suo intervento ha evidenziato come questi aumenti sui prezzi delle materie prime forestali, dovuti principalmente ad una riduzione della capacità produttiva a seguito della pandemia, sono destinati a permanere almeno fino al prossimo autunno/inverno. Si teme però che una parte degli aumenti rispetto al prezzi pre-Covid diventi un incremento strutturale.
“Di fronte a questo shock – afferma Calcaterra - la filiera legno-arredo deve compattarsi e trovare al suo interno sinergie e nuove strategie innovative di collaborazione. Anche la soluzione di attivare filiere corte utilizzando maggiormente il patrimonio forestale italiano è un obiettivo certamente da coltivare, concentrandosi soprattutto sull’aumento della produttività, sulla gestione sostenibile e sulle certificazioni forestali”.
Nella foto: Angelo Luigi Marchetti, presidente di Assolegno, e Alessandro Calcaterra, presidente di Fedecomlegno.