- 19/07/2024
- Economia, News e Fiere
L’Ufficio studi di Acimall ha elaborato, su base Istat, i dati rilevati a livello globale nei primi tre mesi di quest’anno per le tecnologie italiane dedicate all’industria del mobile e alla lavorazione del legno e dei suoi derivati.
Disporre di questi dati, così come di quelli elaborati da FederlegnoArredo, è sempre più importante per gli imprenditori per poter valutare con precisione l'andamento reale di un mercato che sta attraversando certamente un periodo di incertezza e di grandi cambiamenti.
Esportazioni - aree di destinazione
Nei primi tre mesi dell'anno le esportazioni sono state pari a 379,4 milioni di euro, il 6,1 per cento in meno rispetto allo stesso trimestre 2023. Considerando le principali aree di destinazione si nota il calo del 30 per cento delle vendite nell’Europa extra UE, alla luce del conflitto fra Russia ed Ucraina. Altrettanto si può dire a causa della guerra a Gaza che ha portato alla contrazione dell’export verso il Medio Oriente, diminuito del 55,1 per cento.
L’Unione europea si conferma il partner più importante, con il 52,8 per cento del totale del nostro export, cui si aggiunge l’importante fase espansiva degli acquisti di tecnologia italiana nel Nord America (più 4 per cento), grazie soprattutto alla politica degli Stati Uniti di riportare entro i propri confini produzioni che erano state “delegate” a Paesi vicini.
Interessanti sbocchi commerciali, per quanto attestati su valori decisamente contenuti, possono considerarsi il Sud America (più 28 per cento), l’Oceania (più 18 per cento), e l’Africa (più 9,3 per cento). Da evidenziare invece il calo del 16,4 per cento delle esportazioni verso l’Asia, contrazione certamente dovuta al crescente peso della produzione di tecnologie per il legno e il mobile “made in Cina” che vedono crescere la propria capacità di attrazione nei mercati più vicini.
“Il dato che forse deve farci riflettere più di altri è la marginalità dell’Africa per i costruttori italiani”, ha commentato il direttore di Acimall Dario Corbetta. “Nonostante la vicinanza geografica e l’impegno del nostro governo per definire relazioni più proficue, per il nostro settore la penetrazione in Africa del “made in Italy” è ancora molto limitata, soprattutto se si considera che la Cina – invece – nel 2023 vi avrebbe venduto tecnologie per il legno per un valore attorno ai 100 milioni. Il Nord America continua a essere un partner di grande rilievo per le nostre imprese, discorso che può essere tranquillamente esteso all’Europa, per quanto ci sia da interrogarsi se non si debba oramai parlare di una estensione del mercato nazionale, piuttosto che di esportazione”.
Esportazioni – singoli Paesi
Analizzando i dati dei singoli Paesi si segnala il ritorno di Stati Uniti e Francia, migliori clienti del trimestre, in decisa ripresa rispetto agli acquisti di tecnologia italiana dell’intero 2023, in contrazione del 16 per cento negli Usa e del 4,6 per cento in Francia.
Molto bene gli acquisti dalla Svezia (più 137 per cento rispetto all’analogo trimestre 2023), mentre il Regno Unito conferma il crollo delle importazioni di macchine italiane (meno 36,6 per cento), che segue l’analoga contrazione già registrata per l’intero 2023.
La Cina, nonostante la crescita della produzione nazionale, conferma comunque il proprio interesse verso le tecnologie italiane: segna infatti più 12,9 per cento nel periodo gennaio/marzo 2024 che ribadisce il più 10 per cento messo a segno nei dodici mesi del 2023. L’India perde ulteriormente terreno nella classifica dei Paesi clienti (meno 30,5 per cento), pur restando nel novero dei mercati da cui ci si attendono buone soddisfazioni.
Importazioni: in calo del 23,9 per cento
Per quanto riguarda le importazioni di tecnologie estere nel nostro mercato nel primo trimestre 2024 si conferma lo stop che ha caratterizzato l’Italia, pur parlando di cifre assolute contenute.
In generale l’import nel periodo gennaio/marzo 2024 è stato pari a 39,4 milioni di euro, poco più del 10 per cento delle esportazioni, e in calo del 23,9 per cento rispetto allo stesso periodo 2023.
Diminuiscono del 35,6 per cento gli acquisti dalla Germania, del 20,5 le importazioni dalla Cina e del 12,3 per cento quelle dalla Svizzera; l’Austria vede invece crescere le proprie vendite nel nostro Paese dell’8,7 per cento.
Se si guardano i dati relativi alle aree geografiche si nota che l’Unione Europa rimane in testa con 23,3 milioni di euro nel periodo: pur con una contrazione del 24, 6 per cento sullo stesso periodo 2023, rappresenta ben il 59,2 per cento del totale delle importazioni italiane.
Nella foto, un impianto di produzione di Giardina Group.