- 14/04/2023
- Economia, News e Fiere
Una filiera che conta 68mila imprese, pari al 14,9% del totale manifatturiero, 298mila addetti, pari all’8% del totale, e un fatturato alla produzione di 56,5 miliardi di euro, pari al 4,6% totale.
Cambiano le rotte del Made in Italy
Dai dati del Centro Studi emerge come è proprio l’export ad aver trainato i numeri della filiera legno-arredo nel 2022, con un +13,3%. È interessante però notare come le rotte del design Made in Italy stiano cambiando.
L’Europa si conferma il mercato da mantenere e sviluppare costantemente, al quale affiancare sicuramente gli Stati Uniti in forte ascesa (+25,7%) e le new entry Emirati Arabi e India che, anno dopo anno, stanno risalendo la classifica aumentando il valore importato dei nostri prodotti.
La Francia è la prima destinazione delle esportazioni italiane della filiera con circa 3,3 miliardi di euro nel 2022 e una crescita del 9,5%. La Germania è il terzo mercato e cresce del 9,7% rispetto al 2021 arrivando a 2,3 miliardi di euro. La Cina è stabile al settimo posto mentre le esportazioni verso la Russia, che nel 2022 valevano 334 milioni di euro, hanno registrato una flessione sul 2021 del 27,3% pari a 126 milioni di euro, facendo così uscire la Russia dal top ten dell’export di filiera.
Una filiera in salute
Claudio Feltrin, recentemente riconfermato Presidente di FederlegnoArredo, ha così commentato questi dati positivi. “I risultati dei Consuntivi 2022 fotografano un settore in salute, premiato per la qualità e l’unicità dei suoi prodotti, ma che ha dovuto fare i conti con un contesto in continua evoluzione: il Covid prima, la guerra poi e adesso la crisi del sistema bancario che ci auguriamo sia soltanto un falso allarme, destinato quanto prima a rientrare. I numeri parlano chiaro, il fatturato della filiera ha raggiunto livelli impensabili fino a qualche anno fa, ma il peso dell’inflazione e il costo delle materie prime si è concretizzato nel gap di ben 11 punti fra fatturato e produzione del mobile che è stata infatti poco sopra lo zero”.
2023 anno della normalizzazione
Il Presidente di FederlegnoArredo guarda al 2023 come all’anno dell’assestamento in cui potrebbe essere realistico pensare a una chiusura d’anno per il settore arredo a +5%, trainato ancora una volta soprattutto dall’export. Il mercato interno invece potrebbe risentire della politica di stop and go sui bonus edilizi.
Per quanto riguarda il settore legno si potrebbe registrare addirittura una flessione del 3,2%, dato da leggersi come indicatore della progressiva riduzione del costo dell’energia e della materia prima legnosa e di altre materie, come le colle a base ureica, indispensabili per realizzare ad esempio i pannelli. Un segno negativo, ma che per il mondo del legno non sarebbe poi così negativo, perchè significherebbe tornare a una situazione in cui i fatturati non sono determinati dagli esorbitanti costi di produzione.
“Nel complesso – conclude Feltrin - possiamo spingerci a dire che il 2023 potrebbe essere l’anno della normalizzazione del mercato, con la conseguente ripartenza degli investimenti in transizione ecologica e digitale, in formazione delle risorse umane e internazionalizzazione, i veri driver di sviluppo dell'intero settore".